L'Erma Di Bretschneider, 2016. — 220 p. — (Saggi di Storia Antica 39).
In età repubblicana il potere era a Roma una funzione del prestigio sociale. Il governo era affidato a individui selezionati secondo criteri squisitamente civici: le funzioni militari, il patrimonio, una condotta reputata onorevole. Questi individui potevano candidarsi alle cariche di governo assegnate dal popolo, le magistrature, le quali erano organizzate in un cursus honorum rigido, e dovevano essere rivestite secondo un ordine prefissato1. Rivestendo le magistrature minori – poi in particolare la questura – si entrava a far parte dell’ordine senatorio, i cui membri avevano il diritto di partecipare alle riunioni del senato, e di proseguire il cursus fino alle magistrature maggiori2. Spettava dunque ai senatori provvedere al governo della città, sia collettivamente attraverso l’attività deliberativa del senato, sia individualmente attraverso le magistrature.